Grazie a @ornella mondini per questi bellissimi scatti
Arcola,La Spezia, Liguria,
Varie sono le interpretazioni date nel corso dei secoli sull'origine del nome Arcola e sul suo significato. Sarà forse derivato dagli Erculei, nobile famiglia romana stabilitasi in questa zona, o da Ercole, suo leggendario fondatore? O piuttosto da Arx (rocca) o, meglio, da Arcula, piccola rocca?
Un'ipotesi recente mette in relazione "Arcoa", pronuncia dialettale del nome, con "incò" o "alcò", ossia "in capo" o "promontorio".
In realtà Arcola fu un antico cassero romano, cioè un deposito di passaggio nell'avanzata di Roma contro le popolazioni Liguri negli anni 639-516 a.C..
Fu tra le borgate che sorsero, prima delle altre, con Ameglia e Castelnuovo, per la necessità di fuggire la malaria di Luni. Nei secoli seguenti, anche se mancano precise tracce storiche, il borgo fu invaso e saccheggiato prima dai Normanni e poi dai Saraceni.
Dall'alto del borgo, girando tutt'attorno al paese turrito con i suoi antichi e suggestivi vicoli lastricati, si scopre il paesaggio circostante fatto di colli boscosi digradanti verso la piana del fiume Magra.
La Magra nei secoli passati ha cambiato più volte Il proprio corso. È verso la foce del fiume che si ebbero le maggiori trasformazioni del paesaggio: nel bacino oggi interrato, al tempo dei Liguri facevano scalo navi greche, etrusche e poi romane.
Nel piano di Arcola e in quello di Trebiano le attività agricole del XV secolo erano già discretamente sviluppate. Anche se interessate da frequenti alluvioni, qui si coltivavano legumi, cereali, uva, frutta, foraggio - pascoli ed ortaggi. In seguito venne introdotta anche la coltura del granturco e ai primi dell'Ottocento si cominciarono a coltivare la patata, la barbabietola da zucchero, la canapa, il lino e il gelso.
Nel Seicento vennero realizzate le prime opere di arginatura, mentre nel settecento Arcola costruiva due molini progettati e collaudati, nell'anno 1736, da Matteo Vinzoni.
IL CASTELLO DI ARCOLA
Dopo l'invasione e il saccheggio da parte di Normanni e Saraceni, Arcola riemerse alla luce della storia nell'XI secolo, sotto il dominio degli Obertenghi, che costruirono il castello, una delle più potenti creazioni feudali dell'alto Medioevo. Collegato al mare con Muggiano e S. Bartolomeo, ebbe importanti funzioni navali nella Marca Ligure Occidentale: i signori di Arcola furono anche marchesi di Massa e Corsica. Nel 1128 divenne proprietà del monastero di S. Venerio del Tino.
Venuto in possesso dei Malaspina, il castello fu assediato e conquistato dal capitano Oberto Doria. Nello stesso anno i Malaspina lo vendettero ai Genovesi. Alterne vicende portarono poi all'occupazione del castello da parte di Castruccio Castracani (1320), poi di Niccolò Piccinino, capitano generale di Filippo Maria Visconti, duca di Milano (1430). Genova riuscì tuttavia a riconquistare il castello, istituendovi una Podestaria.
Le tumultuose vicende storiche conseguenti alla Rivoluzione francese ed alla campagna d'Italia di Napoleone coinvolsero anche il nostro castello: nel 1799 i franco-liguri combatterono contro le truppe d'invasione autro-russe. Nel corso del bombardamento vennero colpiti e danneggiati sia il castello che la torre; il primo fu restaurato nel 1884 dall'ing. Canini, e adibito a uso di palazzo comunale.
LA TORRE PENTAGONALE
Il monumento meglio conservato è la torre pentagonale detta "degli Obertenghi", perché da questi fatta edificare intorno al X secolo. Alta 25 metri con un perimetro di ugual misura, è giunta praticamente intatta attraverso i secoli: l'unico rimaneggiamento è costituito da un restauro dei primi del '900, volto a riparare i danni subiti nel bombardamento del 1799 da parte dell'esercito austro-russo. Tale opera dell'architetto D'Andrade ha permesso alla torre di essere dichiarata Monumento Nazionale.
La torre costituiva il punto focale del sistema difensivo; situata nella zona più vulnerabile agli attacchi, si poneva come un vero bastione con il suo spigolo minacciosamente proteso in direzione degli eventuali assalitori della porta Sovrana e con gli altri lati, provvisti di feritoie, a difesa delle due porte laterali.
Alla torre si accedeva attraverso una stretta porta ancor oggi visibile. Tale apertura doveva essere in stretto rapporto con il castello, al quale doveva essere collegata mediante un ponte levatoio, o in corrispondenza di questa doveva giungere il camminamento superiore delle mura. L'attuale porta di accesso è del 1759. LA TORRE E' ATTUALMENTE VISITABILE - TELEFONARE 0187-986559
Parrocchiale di San Nicolò
La chiesa di San Nicolò è citata in un atto del 1132. L'attuale chiesa parrocchiale fu ingrandita nell'anno 1628 e ultimata nel 1673; è divisa in tre navate con sei colonne marmoree di ordine etrusco. Il campanile, invece, staccato dalla chiesa, venne messo in opera nel 1658. All'interno della chiesa troviamo una pregevolissima tavola in marmo ad alto e basso rilievo di circa 3 m di lato, con la Beata Vergine assisa, col bambino, tra S. Margherita e S. Niccolò.
Arcola,La Spezia, Liguria,
Varie sono le interpretazioni date nel corso dei secoli sull'origine del nome Arcola e sul suo significato. Sarà forse derivato dagli Erculei, nobile famiglia romana stabilitasi in questa zona, o da Ercole, suo leggendario fondatore? O piuttosto da Arx (rocca) o, meglio, da Arcula, piccola rocca?
Un'ipotesi recente mette in relazione "Arcoa", pronuncia dialettale del nome, con "incò" o "alcò", ossia "in capo" o "promontorio".
In realtà Arcola fu un antico cassero romano, cioè un deposito di passaggio nell'avanzata di Roma contro le popolazioni Liguri negli anni 639-516 a.C..
Fu tra le borgate che sorsero, prima delle altre, con Ameglia e Castelnuovo, per la necessità di fuggire la malaria di Luni. Nei secoli seguenti, anche se mancano precise tracce storiche, il borgo fu invaso e saccheggiato prima dai Normanni e poi dai Saraceni.
Dall'alto del borgo, girando tutt'attorno al paese turrito con i suoi antichi e suggestivi vicoli lastricati, si scopre il paesaggio circostante fatto di colli boscosi digradanti verso la piana del fiume Magra.
La Magra nei secoli passati ha cambiato più volte Il proprio corso. È verso la foce del fiume che si ebbero le maggiori trasformazioni del paesaggio: nel bacino oggi interrato, al tempo dei Liguri facevano scalo navi greche, etrusche e poi romane.
Nel piano di Arcola e in quello di Trebiano le attività agricole del XV secolo erano già discretamente sviluppate. Anche se interessate da frequenti alluvioni, qui si coltivavano legumi, cereali, uva, frutta, foraggio - pascoli ed ortaggi. In seguito venne introdotta anche la coltura del granturco e ai primi dell'Ottocento si cominciarono a coltivare la patata, la barbabietola da zucchero, la canapa, il lino e il gelso.
Nel Seicento vennero realizzate le prime opere di arginatura, mentre nel settecento Arcola costruiva due molini progettati e collaudati, nell'anno 1736, da Matteo Vinzoni.
IL CASTELLO DI ARCOLA
Dopo l'invasione e il saccheggio da parte di Normanni e Saraceni, Arcola riemerse alla luce della storia nell'XI secolo, sotto il dominio degli Obertenghi, che costruirono il castello, una delle più potenti creazioni feudali dell'alto Medioevo. Collegato al mare con Muggiano e S. Bartolomeo, ebbe importanti funzioni navali nella Marca Ligure Occidentale: i signori di Arcola furono anche marchesi di Massa e Corsica. Nel 1128 divenne proprietà del monastero di S. Venerio del Tino.
Venuto in possesso dei Malaspina, il castello fu assediato e conquistato dal capitano Oberto Doria. Nello stesso anno i Malaspina lo vendettero ai Genovesi. Alterne vicende portarono poi all'occupazione del castello da parte di Castruccio Castracani (1320), poi di Niccolò Piccinino, capitano generale di Filippo Maria Visconti, duca di Milano (1430). Genova riuscì tuttavia a riconquistare il castello, istituendovi una Podestaria.
Le tumultuose vicende storiche conseguenti alla Rivoluzione francese ed alla campagna d'Italia di Napoleone coinvolsero anche il nostro castello: nel 1799 i franco-liguri combatterono contro le truppe d'invasione autro-russe. Nel corso del bombardamento vennero colpiti e danneggiati sia il castello che la torre; il primo fu restaurato nel 1884 dall'ing. Canini, e adibito a uso di palazzo comunale.
LA TORRE PENTAGONALE
Il monumento meglio conservato è la torre pentagonale detta "degli Obertenghi", perché da questi fatta edificare intorno al X secolo. Alta 25 metri con un perimetro di ugual misura, è giunta praticamente intatta attraverso i secoli: l'unico rimaneggiamento è costituito da un restauro dei primi del '900, volto a riparare i danni subiti nel bombardamento del 1799 da parte dell'esercito austro-russo. Tale opera dell'architetto D'Andrade ha permesso alla torre di essere dichiarata Monumento Nazionale.
La torre costituiva il punto focale del sistema difensivo; situata nella zona più vulnerabile agli attacchi, si poneva come un vero bastione con il suo spigolo minacciosamente proteso in direzione degli eventuali assalitori della porta Sovrana e con gli altri lati, provvisti di feritoie, a difesa delle due porte laterali.
Alla torre si accedeva attraverso una stretta porta ancor oggi visibile. Tale apertura doveva essere in stretto rapporto con il castello, al quale doveva essere collegata mediante un ponte levatoio, o in corrispondenza di questa doveva giungere il camminamento superiore delle mura. L'attuale porta di accesso è del 1759. LA TORRE E' ATTUALMENTE VISITABILE - TELEFONARE 0187-986559
Parrocchiale di San Nicolò
La chiesa di San Nicolò è citata in un atto del 1132. L'attuale chiesa parrocchiale fu ingrandita nell'anno 1628 e ultimata nel 1673; è divisa in tre navate con sei colonne marmoree di ordine etrusco. Il campanile, invece, staccato dalla chiesa, venne messo in opera nel 1658. All'interno della chiesa troviamo una pregevolissima tavola in marmo ad alto e basso rilievo di circa 3 m di lato, con la Beata Vergine assisa, col bambino, tra S. Margherita e S. Niccolò.

