ARCOLA RICORDA RINA PELLEGRI A 50 ANNI DALLA MORTE «Non vorrei rivedere il mio paese. Per conservarlo, nel ricordo, qua...

Scritto il 30/05/2025
da Arcola eventi cultura e turismo

ARCOLA RICORDA RINA PELLEGRI
A 50 ANNI DALLA MORTE
«Non vorrei rivedere il mio paese. Per conservarlo, nel ricordo, quale era ai bei tempi delle trecce prime», così scriveva Rina Pellegri durante il suo periodo romano, ricordando il borgo di Arcola, nel quale era nata nel 1903 e al quale era rimasta sempre legata da profondo affetto. Ricorrono quest’anno i 50 anni dalla scomparsa della poetessa e scrittrice Rina, il comune di Arcola nel 1986 le aveva intitolato la biblioteca comunale e sabato 7 giugno alle ore 17.00 nel Castello in piazza Muccini, organizza per lei un omaggio, in parole e musica, in collaborazione con Marzia Minutelli e l’università degli studi di Pisa. Il pomeriggio ripercorrerà le tappe artistiche e di vita di Rina Pellegri, “pellegrina” come lei stessa amava definirsi, suddividendole nel primo periodo arcolano (dal 1903 all’autunno del 1937), al periodo romano (fino all’estate del 1966) e il rientro in terra natia (dal 1966 al 1975). L’evento sarà coordinato da Giorgio Masi (università di Pisa), con interventi di Francesca Corvi sul tema maestri e amici di Rina: i poeti di Lunigiana Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, Ettore Cozzani e Ettore Serra. A seguire intervento di Marzia Minutelli: la pellegRina: un cammino di vita e di scrittura, con letture poetiche e intermezzi musicali di Claudio Cirelli del conservatorio Arrigo Boito di Parma. Il pomeriggio ha il patrocinio del dipartimento di filologia, letterature e linguistica dell’università degli studi di Pisa. Rina Pellegri rappresenta nel panorama letterario italiano una rara eccezione di coerenza ideale, di capacità poetica e di tenace resistenza di fronte alle avversità della vita. Nasce ad Arcola nel 1903, ed è segnata, da subito da un grave lutto famigliare: le viene dato il nome della sorellina morta l’anno precedente di meningite assieme ad altri due fratelli. Dopo il trasferimento alla Spezia, dove si diplomerà alla Scuola Normale – le odierne Magistrali – per poi insegnare alle elementari di Bocca di Magra nel 1927. “Frulli d’Ala“ è la prima raccolta di liriche edita nel 1928, seguita da altre due raccolte nel 1933. Aderisce al Fascismo e si trasferisce a Roma dove assume importanti funzioni divulgative nel Ministero della Cultura Popolare. Aveva scritto nel frattempo sia un “Inno dei Legionari” in Africa Orientale, sia, nel 1939, i “Vespri Corsi” atti a rivendicare una appartenenza all’ Italia della Corsica. Seguirà il matrimonio con il giornalista Raoul Lucidi nel 1942, da cui si separerà nel 1956. Dopo la tragica parentesi della guerra, collaborerà con la Rai proseguendo la sua partecipazione alla “politica nazionale” militando nel Partito nazionale monarchico. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Baccano di Arcola.
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